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Auto e infrastrutture elettriche: presente e futuro in Italia

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Le auto elettriche stanno diventando protagoniste nel mercato italiano, al punto che in un mese commercialmente drammatico come quello di marzo 2020, dove la pandemia relativa al corona virus ha fatto scendere la domanda generale dell’85%, le loro immatricolazioni sono cresciute del 48,9% raggiungendo una quota complessiva del 3,2%. È il segnale che gli automobilisti del bel paese stanno recependo l’importanza della mobilità sostenibile e stanno abbracciando la causa dell’elettrico confidando sempre di più in questa tecnologia. Adesso però, bisogna ampliare la rete di approvvigionamento dell’energia, per rendere fruibili questi veicoli. Per questo è importante fotografare la situazione della distribuzione delle colonnine di ricarica sul territorio nazionale, al fine di capire quali possano essere gli sviluppi nel prossimo futuro.

Partiamo da un punto importante: di pari passo con l’aumento delle auto elettriche sulle strade sta crescendo anche il numero di punti di ricarica. Infatti, da settembre 2019 a gennaio 2020 si sono aggiunte 1.957 stazioni di ricarica a quelle già esistenti, per un incremento dei punti di ricarica di 3.074 unità. Quest’ultimi sono arrivati a quota 13.721, per un aumento complessivo nel periodo in esame del 29%. Niente male, anche se la distanza con il paese dove l’elettrico è più diffuso in assoluto nel Vecchio Continente, ovvero l’Olanda, è ancora elevata.

Nei Paesi Bassi, in cui il 54,5% delle immatricolazioni riguarda veicoli con quest’alimentazione, a fine 2019 i punti di ricarica hanno raggiunto quota 50.782, e 1.262 di questi sono ad alta potenza. Certo, la strada è lunga, ma la via è tracciata e un intervento significativo risiede nella crescita dei punti di ricarica sulla rete autostradale dove il progetto portato avanti da Ionity porterebbe entro l’anno in corso 20 nuove stazioni ad alta potenza a 350 kW avendo come obiettivo quello di raggiungere in un prossimo futuro un numero di 60 stazioni per effettuare rifornimenti rapidi di elettricità.

Inoltre, il Piano di trasformazione al 2023 di Autostrade per l’Italia prevede una prima fase in cui saranno istallate fino a 6 stazioni di ricarica ultra veloce (350 kW) in 67 aree di servizio, andando a coprire il 31% di quelle presenti sulla rete ASPI ed arrivando, in futuro, ad un massimo del 69%, con l’obiettivo finale di servire tutta la rete autostradale. In questo modo le soste con un’auto elettrica saranno speculari a quelle di una vettura a motore termico, azzerando quei disagi temporali ascrivibili oggi ad una certa lentezza nella ricarica dovuta a colonnine poco potenti. Tutto ciò favorirebbe la crescita di una mobilità più sostenibile spostando ulteriormente la preferenza degli automobilisti verso auto più rispettose dell’ambiente.

Quello che balza all’occhio andando ad analizzare le cifre delle colonnine di ricarica in rapporto con il territorio italiano è che la loro collocazione non è uniforme in tutta la penisola. Infatti, il quantitativo maggiore dei punti di ricarica è dislocato il Lombardia, dove se ne contano 2.467, un dato che stride con quello della Puglia, ad esempio, dove sono solamente 617. Una situazione simile la troviamo in Sicilia con 350 punti di ricarica, ed in Trentino-Alto Adige, dove ce ne sono 630.

Più equilibrata la distribuzione in Toscana, con 1.420 colonnine, in Piemonte (1.330), nel Lazio (1.179) e nel Veneto (1.130). Un altro dato significativo è che le stazioni ad alta potenza sono decisamente in minoranza, visto che solamente il 3% dei punti di ricarica erogano elettricità ad una potenza compresa tra 44 e 100 kW, mentre il 71% consente un’erogazione tra i 21 ed i 43 kW e ben il 23% è sotto i 3,7 kW. Di conseguenza, c’è la necessità di intervenire per garantire postazioni di ricarica con più potenza, in modo da rendere più fruibili le auto elettriche, le quali, tra l’altro, sono più evolute e consentono di compiere quest’operazione, dove possibile, sempre più rapidamente.

Contribuire alla capillarità dell’infrastruttura di ricarica nel nostro Paese è uno degli obiettivi di Volkswagen Group Italia, che promuove progetti concreti con l’obiettivo di agevolare la diffusione dell’e-mobility. Un esempio su tutti è Electrify Verona, iniziativa nata dalla collaborazione dell’azienda automobilistica con l’amministrazione comunale della città scaligera e con la multiutility energetica locale AGSM. Si tratta di un vero e proprio “sistema di mobilità”, grazie a cui chi acquista un’auto elettrica può contare su una serie di colonnine per la ricarica veloce – fino a 100 postazioni sul territorio – ed accedere liberamente alle zone ZTL della città, risparmiandosi persino il parcheggio sulle strisce blu. Inoltre, nell’ambito dell’iniziativa i clienti che hanno scelto l’e-mobility, a prescindere dal modello acquistato, hanno potuto godere dell’installazione gratuita di una wall-box per la ricarica domestica.

Città, ma non solo: come sottolineato, la presenza di un numero adeguato di punti di ricarica è importante anche e soprattutto per chi affronta spostamenti sulle lunghe distanze. In tal senso, l’impegno del Gruppo Volkswagen si concretizza nell’adesione al già citato progetto Ionity, che prevede l’installazione di 400 stazioni di ricarica ultraveloci lungo la rete autostradale europea, quindi estesa anche entro i confini italiani, con una distanza massima di 120 km tra di loro. Con una velocità di ricarica 7 volte superiore a quella delle colonnine tradizionali, questo progetto renderà ulteriormente sfruttabili le auto elettriche lungo la nostra penisola dove in un prossimo futuro gli automobilisti potranno contare su 60 stazioni ognuna con un numero di punti di ricarica che andranno da 2 a 12. Ma il futuro si costruisce dal presente, nel quale saranno 20 le stazioni appannaggio di chi guida un’auto elettrica sulle autostrade italiane nel 2020.

Fonte Originale: GreenStyle