In Italia l’inquinamento atmosferico uccide più che negli USA. Nel mondo sono 9 milioni le morti annue accertate, il triplo rispetto a malattie come l’Aids, la tubercolosi e la malaria. Il grande killer del nostro secolo è l’inquinamento in grado di provocare 9 milioni di morti (dati riferiti al 2015) a livello mondiale, pari al 16% dei decessi. In altre parole, una tragedia che riguarda l’intero pianeta Terra.
Leggi – “Come la geotermia ha dato slancio economico all’Islanda!”
Insieme all’inquinamento atmosferico, ad aumentare il tasso di mortalità della popolazione mondiale ci sono quello chimico, idrico e del suolo che ogni anno disperdono tonnellate di sostanze nocive nell’acqua, nella terra e nell’aria, soprattutto nei paesi a reddito medio-basso.
In Italia siamo messi male! Infatti un decesso su sei è da attribuire all’inquinamento. Secondo l’Istat, la mortalità nel nostro paese è pari a 598.670 morti (dati 2014) e di questi 95.930 (fonte Agenzia Europea dell’Ambiente) a causa del PM 10, PM 2,5, NO2 e O3. Una perdita di vite umane, ma anche di benessere economico stimata intorno ai 4,6 trilioni di dollari pari al 6,2% di produzione mondiale.
Leggi – “Come 139 nazioni possono diventare subito 100% rinnovabili”
Nonostante la situazione che stiamo vivendo sia molto drammatica, molto inquinamento può essere eliminato attraverso l’adozione di metodi alternativi ai combustibili fossili e biomasse che sono la causa dell’85% del particolato atmosferico.
In Italia bisogna continuare a credere e ad investire capitale economico e politico nel miglioramento del traffico veicolare e sull’efficienza del riscaldamento residenziale.
La prova tangibile di questo cambiamento sono gli Stati Uniti d’America che dall’approvazione del Clean Air Act nel 1970 hanno visto diminuire del 70% gli inquinanti atmosferici e aumentare del 250% il Pil: per ogni dollaro investito contro l’inquinamento c’è un ricavo pari a 30 dollari.
Leggi – “Come diventare una struttura ricettiva eco-friendly”